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Ricerche speleosubacquee in Varco la Peta, Monti Cervati, Sanza (SA)-Relazione Tecnica sull'Immersione alla Risorgenza Varco La Peta (15 giugno 2024)
relazione a cura di Renato Ricco
Sabato 15 giugno 2024, il Gruppo Speleo Alpinistico Vallo di Diano (GSAVD), ed in particolare nella figura di Renato Ricco, speleosub, ha effettuato un'immersione esplorativa alla risorgenza di Varco La Peta, situata a 909 metri sul livello del mare, sul monte Cervati, nel comune di Sanza (SA).
Questo tentativo arriva a trentaquattro anni di distanza dai precedenti effettuati da Claudio Giudici e Livio Russo del Circolo Speleologico Romano, i quali descrissero un cunicolo interamente sommerso, di una lunghezza approssimativa di 35 metri, che conduceva ad un ambiente aereo interrotto da una cascata di circa 1,5 metri.
Siamo tornati sul luogo, l’accesso alla risorgenza è ora regolamentato poiché l'acqua viene captata dall'ente gestore Consac per scopi potabili e idrici, il che ha reso necessaria una collaborazione con l'ente per ottenere i permessi di esplorazione. L'ambiente circostante il laghetto della risorgenza si presenta affascinante ma complesso. Attualmente, il laghetto è caratterizzato da un cumulo di ciottoli, formatosi a causa del trasporto e del successivo rilascio di materiale da parte dell'acqua, che ostruisce parzialmente il sifone (foto 1).
Dopo aver fissato la sagola di guida e completato tutte le verifiche di sicurezza, è iniziata l’immersione.
L'acqua del sifone si è rivelata sufficientemente chiara e fresca, con una temperatura misurata di 11°C. Durante l’immersione, dopo una progressione di 5 metri e raggiunta una profondità strumentale di -6,1 metri, è stato riscontrato che il cunicolo è ostruito da materiale detritico di granulometria grossolana. Tale materiale, presente già nel primo ambiente, impedisce attualmente qualsiasi passaggio (foto 2).
Ancorato a uno spuntone di roccia del soffitto e contrastando il flusso dell'acqua, ho tentato di rimuovere manualmente parte del detrito. Tuttavia, nonostante gli sforzi per allargare la visuale, è risultato evidente che il sifone è quasi interamente ostruito.
Implicazioni e Considerazioni:
L’ostruzione del sifone influisce negativamente, non solo sulla progressione esplorativa, ma anche sul flusso d’acqua in uscita e sulla portata idrica della risorgenza.La presenza di ciottoli a grana grossolana indica che il flusso d'acqua ha abbastanza energia per trasportare materiale pesante, questo potrebbe suggerire che il percorso sotterraneo del corso d'acqua include tratti con corrente abbastanza forte, magari tratti con pendenza significativa e tratti turbolenti. La turbolenza è necessaria per mantenere in sospensione e trasportare ciottoli di dimensioni maggiori. Probabilmente ci sono punti lungo il percorso dove l'energia del flusso diminuisce, permettendo ai ciottoli di depositarsi. Questo suggerisce la presenza di camere o allargamenti lungo il percorso dove l'acqua rallenta e deposita il materiale. La presenza di ciottoli sta anche ad indicare una variabilità stagionale del flusso d'acqua. Durante periodi di piena, il flusso sarebbe abbastanza forte da trasportare i ciottoli, mentre durante periodi di secca, l'energia del flusso diminuisce, permettendo il deposito. Il sistema carsico è dinamico e in continuo cambiamento, possiede un significativo processo di erosione e trasporto all'interno del sistema sotterraneo, che può alterare la morfologia del sifone e dei passaggi adiacenti nel tempo. In sintesi, i cumuli di ciottoli davanti al sifone suggeriscono che il percorso sotterraneo è caratterizzato da un flusso d'acqua energetico e variabile, capace di erodere e trasportare materiale roccioso di dimensioni significative, con possibili tratti di pendenza e turbolenza e la presenza di depositi alluvionali interni.
Prospettive Future:
Considerate le difficoltà incontrate, si sta pianificando un ulteriore tentativo di esplorazione nel periodo autunnale, durante la massima secca. La diminuzione del flusso idrico in quel periodo potrebbe offrire una diversa prospettiva, riducendo il volume d’acqua e, di conseguenza, rendendo possibile una maggiore facilità di passaggio attraverso il sifone.
La risorgenza di Varco La Peta rappresenta un sito di grande interesse speleologico e idrologico. Nonostante gli ostacoli attuali, il GSAVD rimane impegnato nella sua esplorazione, confidando che future condizioni stagionali possano facilitare il passaggio e permettere una più approfondita investigazione del sistema sotterraneo.